L’evoluzione di San Gregorio nelle Alpi, come per tutte le comunità del Feltrino, è stata determinata dalle vicissitudini storiche del passato. Non è noto con precisione il periodo in cui il feltrino e i suoi dintorni furono occupati dai Romani; ciò avvenne certamente dopo la fondazione di Aquileia (110 – 30 a.C.). Ai tempi dell’imperatore Augusto si svilupparono nel Feltrino agricoltura, pastorizia, utilizzazione del legname e, in particolare, commerci. Il territorio era attraversato dalla Via Claudia Augusta Altinate, una delle più importanti arterie che valicava le Alpi. Il cippo miliare rinvenuto a Cesiomaggiore nel 1786, testimonia e celebra la costruzione di questa strada. Da questa via di comunicazione soldati, mercanti , funzionari ed artigiani vennero a contatto con gli abitanti dei piccoli centri. Per 200 anni i romani garantirono la pace, che durò fino al IV secolo. Con la decadenza di Roma si ebbero le orde barbariche (Goti, Visigoti, Longobarbi) e, con esse, saccheggi e distruzioni.
Possiamo dedurre che questi territori furono abitati da veneti, romani e successivamente da barbari che si insediarono nelle vallate.
La presenza dei romani nel territorio di San Gregorio è testimoniata dai ritrovamenti archeologici nell’area di Cesiomaggiore, nonché da alcuni toponimi, quale ad esempio «Fumach» derivato dal personale Fumius od Euphemus (in aggiunta ad un suffisso prediale), oppure «Muiach», da Mullius o aggettivo “mollius ” umido e come Paderno nei documenti Padernum, da pater, padre.
Don Evaristo Viel (ex arciprete di San Gregorio), in una sua pubblicazione (“Quadrilogia”) sostiene che, al tempo di Claudio Augusto, S. Gregorio fosse un centro abitato posto a monte della Claudia-Altinate, la quale da Bivai si biforcava per Feltre e Belluno.
S. Gregorio divenne un “Vicus” con leggi speciali ed una certa organizzazione autonoma, governato da un Vicusmagister (diventerà mariga).
Il vicus, nell’ordinamento romano, rappresentava un punto di appoggio per il passaggio di commercianti e soldati. Perdette il suo prestigio con il sorgere dei villaggi a fondo valle e con l’arrivo dei barbari; ne consegue che i nomi dei villaggi conservanti l’origine latina o veneta sono quelli posti in alto, mai o quasi, quelli in basso. Un insediamento stanziale di rilievo va individuato presumibilmente tra il IX e X secolo.
Nel 1000 d.C. Paderno e San Gregorio erano nuclei consolidati: la presenza del castello di Paderno, il cui castellano E. Pisocco partecipò alla prima crociata in Terra Santa (1098), ne è una testimonianza storica. Il primo documento scritto riferito al paese è la bolla del Papa Lucio III del 1135 che ricorda l’esistenza di una cappella. S. Gregorio a quel tempo era una degania (corrispondente ad una decuria romana, ovvero posto militare composto da 10 uomini) poi vicinia e, successivamente, Regola di Comun. La cappella del paese verrà nominata posteriormente nel Registro delle Decime Papali Bellunesi del 1300.
Le vicende che caratterizzarono il periodo feudale si conclusero nei primi decenni del XV secolo con la spontanea sottomissione di Feltre alla Serenissima. Venezia, dopo il 1420, al fine di eliminare discordie e guerre tra nobili, decretò la distruzione o la trasformazione dei castelli feltrini: tra questi c’era quello di Paderno (successivamente ricostruito) e presumibilmente anche il maniero di Romagno (1422-1441). Si obbligarono i nobili a vivere tra le mura della città.
Con il 1797 arrivarono i Francesi, sostituiti nel 1798 dagli Austriaci; poi ancora i Francesi nel 1801 che lasciarono nel 1809 il posto agli Austriaci. Il Veneto fu annesso all’Austria nel 1814. Nel 1816, con l’istituzione del distretto di Feltre da parte dell’Austria, venne istituito il Comune di San Gregorio. La dominazione Austriaca terminò nel 1866, un plebiscito popolare decretò l’annessione del Veneto al regno d’Italia.
La I e la II guerra mondiale segnarono momenti storici e anni di immani sacrifici, anche per gli abitanti di San Gregorio. I conflitti determinarono anni di miseria e povertà che contribuirono ad alimentare un flusso migratorio verso i paesi e le regioni più industrializzate. I flussi migratori si diressero oltre oceano, verso Svizzera, Francia, Belgio e più raramente verso Gran Bretagna e città italiane come Varese, Milano e Torino.
Pagina aggiornata il 29/04/2024